Il mare gioca brutti scherzi. Giovanni Poggio se lo guardava tutti i giorni, da Livorno. Quell'orizzonte così lontano e sconfinato, spezzato dal velo d'acqua, dalla schiuma, dalle onde. Gli scogli, il mare, gli ombrelloni, gli amici da ritrovare in piazza e poi il bagno, la serata a fare i “ganassa”, come dicono a Milano. Ancora Poggio non lo sa, non conosce Milano, lui si crede un ganzo, come tanti da quelle parti. Se sei ganzo vai avanti. E quel mare tutti i giorni a non definire un orizzonte sempre più invitante. E alla fine degli anni '50 il rock 'n roll impazza per le spiagge, da mattina a sera, nei juke box, appena si aveva uno spicciolo da far rotolare nella fessura. Ascoltava Presley, ma anche Chuck Berry e Bo Diddley, rigorosamente musica made in USA, che sapeva di esotico, terra ancora tutta da scoprire, secoli dopo Colombo. Terra affascinante e ricca di vitalità, capace di grandi spinte innovative. Terra lontana, con in mezzo l'oceano che comincia dal mare, da Livorno appunto.
E Poggio, come altri suoi coetanei avverte con forza il richiamo per qualcosa che potrebbe cambiare la sua vita. Che fare? Ascoltare quella voce che arriva da lontano o restare fermo ad osservare? Deciderà di mettersi in moto, prima con un gruppo di amici, imbracciando le bacchette, perché è quello che gli riesce meglio, ovvero il ritmo del tempo che scorre e che governa le varie fasi della vita, del giorno, dei minuti. Pensieri vaghi che in età matura lo porteranno ad approfondire i grandi temi della metafisica, ma a meno di diciott'anni non si fa altro che pensare a divertirsi, ad assimilare di tutto.
SAMURAI
Allora dietro la batteria a guidare le gesta sonore di alcune prime formazioni di riviera, fino a trovarsi un giorno al seguito dei Samurai, mitica formazione toscana che lascia il segno, ricordata da molti musicisti di quell'epoca come una delle migliori espressioni live. Nonostante la buona considerazione il gruppo arriva a incidere solo un paio di singoli, peraltro non significativi. La prima formazione dei Samurai, a inizio anni '60, comprende Beppe Cardile alla chitarra e voce (successivamente sostituito da Paolo Tofani), Luciano Lombardi al basso, Giangi Minucci Debolini alla batteria e Gabriele Lorenzi alle tastiere. Nei vari cambi di formazione, Poggio si ritroverà a suonare tra il 1965 e il 1968 con Gabriele Lorenzi, Andrea Sacchi alla chitarra, Nedo Del Gratta detto Gatto al canto e Luciano Lombardi al basso. Suonavano spesso a Torino, città più aggiornata di Milano, perché era più facile andare in Francia a rifornirsi di musica. Si faceva del Rhythm and Blues suonando al Paips di Milano mentre i locali torinesi erano il Wiskhy Notte e il Crazy. Al Piper di Roma l'esordiente Poggio ci arrivò qualche anno prima in compagnia di Paolo Tofani, entrambi provvisori nelle Facce di Bronzo, gruppo di Pisa guidato da Glauco Baldassari.
RAGAZZI DELLA VIA GLUCK
Altra storia. Mentre Gabriele Lorenzi entra nella Formula 3 con Alberto Radius e Tony Cicco, Poggio approda ai Ragazzi della Via Gluck (dal 1968 al 1972, anno in cui Adriano scioglierà ufficialmente il Clan), il complesso che affianca Celentano nella famosa esibizione sanremese del 1970 per "Chi non lavora non fa l'amore". Loro stessi in gara con "Che male che mi fai" in coppia con Paolo Mengoli, i singoli incisi per il Clan di Celentano, Vola vola / Sei la mia donna e l'amore è blu… ma ci sei tu / I tuoi occhi camminano in me.
CONCERTI
Hendrix a Milano. Siamo nel 1968 e Poggio, insieme a molti altri elementi della scena beat italiana, assistono a quello che viene ricordato come uno degli eventi più dirompenti degli anni '60 a Milano. Irrompe nella metropoli il ciclone Hendrix con tutta la sua furia creativa e i musicisti, compreso il giovane Poggio, sono tutti lì davanti per carpire i segreti di certe sonorità ancora tutte da assimilare. Altri concerti indimenticabili, visti a Milano: quello di James Brown al Palazzo del Ghiaccio, i Santana al Palalido e i Chicago all'Arena.
Dopo aver svolto l'attività di musicista in svariate situazioni e con artisti di grande prestigio per circa 22 anni, Giovanni entra in discografia, nella storica Ricordi poi divenuta BMG-Ricordi nella quale rimane per circa 15 anni lavorando con artisti di grande spessore, uno su tutti (certi di non far torto a nessuno) Fabrizio De Andrè, e con produttori di chiara fama come Giancarlo Bigazzi.
MOLETTO EDIZIONI MUSICALI
Nel 2000 nasce la Moletto. Moletto Edizioni Musicali è una struttura che si occupa di consulenza nella produzione discografica ed editoriale, e più in generale del mondo dello spettacolo, e si adopera nella creazione di eventi culturali musicali che uniscano anche le varie arti, per un respiro di più alta intensità. Avendo maturato esperienza decennale nel settore presso la Ricordi S.p.a., poi divenuta BMG (Bertlsmann Music Group S.p.a.), in qualità di responsabile ufficio artistico, ho avuto modo di partecipare, come consulente, alle più importanti manifestazioni musicali nazionali quali: Festival di Sanremo, Festival Bar, Cantagiro ecc..
Tra le varie manifestazioni curate in qualità di direttore artistico citiamo : Jazz Festival del 2005 a Pescia, Jazz Flowers del 2006 a Villa Garzoni di Collodi e P.zza Mazzini a Pescia.
La società si occupa, inoltre, di Management&Promotion, organizzazione di festival jazz curandone la direzione artistica, mediazioni tra artisti e case discografiche e case di distribuzione curandone gli aspetti contrattuali.